Un piano d'azione per media ecologici
European Democracy Action Plan - Media Ecology Newsletter #10
Innovation with a direction in Europe. The European Democracy Action Plan and the Digital Services Act. Vision and contradiction. La policy europea per i dati. Con una contraddizione. La spinta per una nuova progettualità. Non facile. Possibile.
Also in this newsletter: Julia Creet’s original research; Ethan Biear’s “active genetics” and the fight against malaria; Raghuram G. Rajan explains why today's abnormal financial conditions do not justify unlimited borrowing and spending.
Grazie a tutti voi che date un’occhiata a questa newsletter, sperando sia un regalo gradito. In questo numero si parla di Europa. In una modalità bilingue.
Europe. This project belongs to you
On December 3rd, 2020, Valéry Giscard d’Estaing, passed away. He was the founder of ReImagine Europa. His teaching will be remembered. And his work will be continued.
Europe. Vision and contradiction
Time for a European Democracy Action Plan. It is meant to promote free and fair elections, strengthen media freedom and pluralism, counter disinformation. It is going to be discussed while big social media platforms’ responsibilities are to be redefined by the next Digital Services Act. This policy, affecting the quality of the media environment, presently polluted by fake news and hate speech, will be about co-regulation and monitoring of results. No more self-regulation and scarcity of data for the public understanding of what is going on in the digital media. The policy about data is going to be strategic. And will be implemented by innovation in regulation but also by the the investment aimed at creating the practical availability of alternatives to American and Chinese cloud platforms, thanks to the pan-European initiative that is aggregating around the Gaia-X project.
At the same time, the sort of discussion that is taking place about the European budget doesn’t seem to be particularly coherent with the general priorities that have been set by the Commission. The Green New Deal can only happen by the means of research and innovation. But the budget will be rather severe with scientific research, as complains the ERC. Which is especially strange in times that are shaped by the public financial “abundance” that is - sadly - made possible by the Recovery Plan.
There is the need for more clarity and focus. Which can be difficult while dealing with both the real pandemic crisis and the fake reasons for dissatisfaction nourished by the strategies of populists around Europe. All the money that Europe is going to invest in the next few years needs to go to face long term problems and not only short term suffering: a balance between long term scientific goals and immediate economic problems needs to be set. If we get out of the present crisis with the same set of companies and employees that we had before the pandemic, but without the kind of innovation needed for ensuring that energy, technology, industrial models are suitable for the challenge of climate change, we will be only preparing the next crisis.
Europa. Una strategia matura sui dati
Matura la strategia europea nel digitale: e punta sulla trasparenza nei dati (Il Sole 24 Ore 24+, in abbonamento). Ormai è giunto il tempo di una revisione del sistema di responsabilità delle piattaforme digitali per quanto riguarda la diffusione di informazioni tossiche, come quelle false e violente che hanno caratterizzato una parte molto visibile e influente del dibattito sui social network negli ultimi anni. Se ne parla da tempo. E il 2 dicembre dovrebbe uscire la proposta della Commissione Europea nel quadro del nuovo Digital Services Act. Come ha spiegato Antonio Nicita su queste colonne, la proposta sarà caratterizzata da un approccio bilanciato tra nuove norme e autoregolamentazione. Si tratterà cioè probabilmente di un intervento orientato a richiedere alle piattaforme una maggiore coerenza tra quello che fanno e quello che dichiarano con le policy che esse stesse si danno in funzione di contenere l'informazione tossica: ma per ottenere questo risultato l'Europa chiederà una maggiore trasparenza nell'uso dei dati al fine di rendere possibile un monitoraggio efficace delle azioni messe in atto dalle piattaforme (continua).
La società del futuro si può progettare. Ed è tempo di sviluppare una visione (Il Sole 24 Ore 24+, in abbonamento). La Commissione europea ha dato notizia del suo European Democracy Action Plan. Si tratta di un piano d'azione per salvaguardare la qualità della democrazia, per proteggere i giornalisti e il pluralismo dell'informazione, per contrastare la disinformazione. Su quest'ultimo punto, l'idea è quella di aumentare i costi dei disinformatori e di responsabilizzare le piattaforme mettendo in piedi un quadro di co-regolamentazione che preveda obblighi per le piattaforme definiti in modo condiviso con le autorità, ma con forme di accesso ai dati che agevolino il monitoraggio. Il piano prevede novità entro la primavera del 2021 e un'architettura normativa rinnovata in linea con il prossimo Digital Services Act che, appunto, dovrebbe introdurre nuove responsabilità per le piattaforme in materia di informazione tossica, a base di falso e odio. Sono azioni importanti per l'argomento che affrontano: i media digitali sono ormai l'ambiente nel quale si sviluppa principalmente la conoscenza e l'informazione necessaria alla vita quotidiana degli europei. E in questo ambiente si trovano tutti i vantaggi che la tecnologia offre, ma anche le forme di “inquinamento” culturale che si rivelano pericolose per la tenuta della democrazia e peraltro sono addirittura denunciate come insalubri dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità. L'accelerazione della digitalizzazione dovuta alle clausure decise per contrastare la pandemia ha reso l'innovazione nella policy su questa materia ineludibile. (continua).
Europa. Ecologia dei media
La ricerca sull’ecologia dei media è iniziata forse negli anni Sessanta con le intuizioni di Marshall McLuhan ed evolve continuamente grazie alla dedizione dei suoi studiosi e a causa della crescente urgenza di comprendere i media come un ambiente nel quale si sviluppano la cultura, le conoscenze, le relazioni sociali, la vita di ciascuno. Con il successo dei media digitali e la loro crescente importanza rispetto a ogni altro mezzo di comunicazione, lasciare che l’ecosistema dell’informazione venga modellato soltanto dalle capacità intellettuali, dagli interessi economici, dai valori etici dei proprietari delle aziende che possiedono le principali piattaforme appare piuttosto sbagliato. Come peraltro sarebbe sbagliato lasciare ai governi il compito di stabilire che cosa si può fare e che cosa non si può fare nella comunicazione. L’approccio all’auto-regolamentazione verrà molto probabilmente sostituito con un approccio alla co-regolamentazione. Ma per questo occorre avere una visione condivisa. Insomma, occorre un progetto di società verso il quale tendere. Per pensare questo progetto vale la pena di ricordare che: non si realizzerà come una idea calata dall’alto del potere; non si realizzerà spontaneamente dall’interazione tra i cittadini sulle piattaforme; sarà il frutto delle condizioni abilitanti (sulle quali si può lavorare) e delle capacità interpretative di singoli e gruppi. Per fare in modo che tutto questo produca vantaggio per tutti e non solo per alcuni - come avviene nella società iper-polarizzata di oggi - occorre probabilmente progettare le precondizioni abilitanti in un quadro di discussione multi-stakeholder e alimentare la cultura diffusa perché aumenti il numero dei cittadini che sono in grado di interpretare le opportunità e costruire la loro parte di innovazione. Il design del futuro si può pensare. Sarà fatto di conoscenza diffusa, deliberazione partecipata, prototipazione incentivata. È facile? No. È possibile? Sì. È necessario? Molto. Altrimenti la storia seguirà la linea di minore resistenza. A vantaggio dei pochi che sono già in grado di agire da protagonisti nel sistema attuale. A svantaggio di tutti gli altri. In un paesaggio mediatico altamente inquinato. Il passaggio di consapevolezza è analogo a quello che la società ha fatto per assorbire i valori dell’ecologia riferita all’ambiente fisico. Non è stato facile. Ma si è visto che non è impossibile.
Stories
Julia Creet è autrice di The Genealogical Sublime, University of Massachusetts Press, un libro che ricostruisce i grandi progetti genealogici come quelli dell’Islanda e dei Mormoni, le piattaforme che consentono a tutti di fare una ricerca sulla propria genealogia come Ancestry.Inc, la convergenza di genealogia e genetica. Mentre la genealogia è una malintesa ricerca della propria identità, insieme alla genetica è diventata una risorsa fondamentale per la lucrativa industria bioinformatica.
Julia Creet ha parlato agli studenti di Elena Lamberti all’università di Bologna lunedì 30 novembre. Grazie a lei e a Paolo Granata per aver creato una grande occasione di riflessione. E agli studenti che avevano domande importanti.
Vedi: Genealogia, genetica, bioinformatica: l’originale ricerca di Julia Creet
Sequels
I non vedenti senza il bastone bianco
Active genetics contro la malaria
Come valutare le perdite di chi perde la scuola
Le ingiuste, irrisolte emissioni del trasporto aereo
Signals
Raghuram G. Rajan explains why today's abnormal financial conditions do not justify unlimited borrowing and spending. There is always a limit. And by the way: we don’t see inflation in the real economy, at present, but we can see it in the stock exchange, can’t we? Bubbles can take many shapes.
Mark Frauenfelder likes to play with word magnets. Even Online. I played with them online, too. And it is quite as good as the real thing. Why “quite”? I don’t know. Maybe the material scarcity makes poetry more real.
Lawrence Yeo: Happiness is the difference between what you have, and your definition of enough. Expectations are a problem.
Rendez-vous
Nexa. Come si decide nell’era digitale? 10-11 dicembre 2020
Unesco. High-Level Futures Literacy Summit 8-12 dicembre 2020
ReImagine-Europa. International Forum on Digital and Democracy